Il conto corrente con affidamento (C.d. “fido”) è uno strumento attraverso il quale una banca mette a disposizione del correntista una somma da utilizzare “a scoperto”, e sulla quale vengono applicati interessi e commissioni varie.

Che cos’è un fido?

Il fido serve per allentare un momento di “stress” finanziario, rappresentato dalla necessità di far fronte a determinati obblighi durante una temporanea di assenza di liquidità, che verosimilmente sarà risolta in una data più lontana nel tempo rispetto allo scadere del suddetto obbligo.

In questi casi, la necessità del correntista non è di avere la disponibilità immediata di liquidità elevata e di una rateazione per la restituzione come avviene, ad esempio, nel caso del mutuo, ma di avere una, in gergo, “elasticità di cassa”.

La linea di credito che viene concessa, dunque, può essere utilizzata senza autorizzazioni preventive, purché si resti nel limite dell’affidato, ovvero il valore massimo garantito di scoperto, oltre il quale si potrebbero avere interessi moratori, e comunque in ogni caso interessi maggiori rispetto a quelli applicati per le somme entro il limite affidato, e una richiesta di rientro dalla banca.

Quali tipi di affidamento in conto corrente esistono?

Oltre al conto corrente con scoperto ordinario, esistono anche:

“l’anticipo fatture” e il “salvo buon fine o “s.b.f.”, con il quale la banca anticipa una percentuale della fattura emessa ad un nostro cliente, nell’attesa che questo paghi secondo i termini stabiliti;
“l’anticipo IVA”, e riguarda quelle che imprese che incassano con tempi molto differiti ma devono lo stesso versare l’IVA alle scadenze previste.

Quale documentazione è necessaria per una perizia econometrica su un conto corrente con affidamento?

Per una corretta valutazione sulla conformità del rapporto alla legge, sono necessari:

  • Contratto iniziale di affidamento di conto corrente
  • Variazioni contrattuali avvenute nel tempo e sottoscritte
  • Eventuali modifiche unilaterali proposte dalla banca
  • Estratti conto con elenco dei movimenti bancari
  • Estratti conto scalari, con indicazione specifica dei numeri debitori e delle commissioni applicate
  • Eventuali comunicazioni da parte della banca

Come è fatta una perizia econometrica su un conto corrente?

Nella prima parte verrà elencata la documentazione disponibile, con indicazione dei trimestri analizzati
Nella seconda parte ci sarà una specifica indicazione dei criteri di calcolo utilizzati: infatti, la prassi prevede la possibilità di utilizzare le formule derivanti dall’applicazione della legge 108 del 1996 e le formule utilizzate dalla Banca d’Italia per la rilevazione del TEGM; inoltre, a seconda del periodo preso in considerazione, si dovrà effettuare un diverso controllo di conformità sulle commissioni di massimo scoperto;
Nella terza parte della perizia si troverà un resoconto delle eventuali irregolarità riscontrate, con indicazioni delle somme indebitamente versate dal correntista alla banca;
Nella quarta parte si troveranno delle conclusioni in merito alle eventuali somme di cui richiedere la ripetizione alla banca.
Nell’ultima parte saranno presenti alcuni riferimenti legislativi e giurisprudenziali

Tale struttura, ad ogni modo, non è “rigida”, dal momento che potrà variare in base alle situazioni analizzate e alle possibili richieste anche del consulente legale.

Quali sono le irregolarità che possono essere riscontrate e evidenziate in una perizia econometrica?

 

  • anatocismo

    La prima verifica verrà effettuata con riguardo al fenomeno dell’Anatocismo (art. 1283 c.c.). l’anatocismo è la capitalizzazione degli interessi: trimestralmente la banca applica gli interessi corrispettivi e le commissioni alle some utilizzate a scoperto, e li “riporta a capitale”; con questa operazione, gli interessi stessi e le commissioni produrranno, per il futuro, ulteriori interessi e e commissioni.

Diverse sentenze, di merito, di legittimità e anche costituzionali, e anche diverse modifiche legislative sono intervenute per regolare questo fenomeno, ed è ormai pacifico che la capitalizzazione degli interessi è stata illecitamente applicata i rapporti fino al secondo trimestre del 2000: in questo modo, vanno restituiti, da parte della banca, tutti gli interessi cosiddetti “anatocistici”, ovvero quella quota parte che è direttamente derivata dalla capitalizzazione trimestrale.

Per il periodo compreso tra il secondo trimestre 2000 e il 2016 l’anatocismo è stato ritenuto lecito, grazie alla delibera CICR del 9 febbraio del 2000, ma solo a condizione che anche gli interessi creditori, ovvero quelli maturati dal correntista in caso di saldo positivo del conto corrente, venissero trimestralmente capitalizzati. Per tale scopo, sono state stabilite delle regole precise, come l’obbligo per gli istituti bancari di far firmare specificatamente la clausola riguardante la reciproca capitalizzazione, e che poi fossero effettivamente utilizzati dei tassi creditori.

Dal 2016 le banche non possono più effettuare la capitalizzazione degli interessi, salvo accordo del cliente e, nel caso, solo con cadenza annuale.

  • usura

    La seconda verifica di conformità riguarda l’Usura: tale irregolarità si riscontra quando tutte le commissioni applicate trimestralmente risultano debordanti il cosiddetto Tasso Soglia Usura, trimestralmente indicato da Ministero dell’Economia e delle Finanze tramite appositi decreti, sentita la Banca d’Italia. Per i conti correnti con affidamento, la valutazione degli interessi usurari viene effettuata in due fasi separate:

Un primo riscontro viene effettuato in merito alle pattuizioni contrattuali;
Un secondo riscontro, invece, riguarda gli oneri trimestrali, utilizzando le formule come sopra indicate.
Nel caso che si verifichi un’usura già nelle fasi contrattuali, potrebbe essere chiesta la ripetizione di tutto quanto versato durante il rapporto, fino a che non sia stato nuovamente pattuito un accordo che sia conforme alla normativa. Nel caso, invece, di superamento del Tasso Soglia da parte degli oneri applicati trimestralmente, si procede all’azzeramento delle competenze esclusivamente per i singoli trimestri risultanti in usura.

Indeterminatezza delle condizioni


Un’ultima valutazione viene effettuata per verificare l’indeterminatezza o l’irregolarità delle condizioni: tutti gli oneri che vengono applicati dall’istituto bancario devono essere pattuiti e regolarmente contrattualizzati; devono essere anche chiari i criteri di calcolo utilizzati.

Qualora venisse riscontrata una irregolarità delle pattuizioni, si potrà procedere con una richiesta di applicazione di un tasso sostitutivo, ovvero del tasso legale o del tasso minimo BOT per quanto riguarda gli interessi debitori, e del tasso massimo BOT in luogo degli interessi creditor.

Se, invece, sarà riscontrata una pattuizione irregolare delle altre commissioni, come le commissioni di massimo scoperto o la commissione onnicomprensiva, potrà essere chiesta alla banca la ripetizione integrale di tutte le somme versate.

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